«Peso» reale dei rifiuti nella nuova service tax

Fonte: Il Sole 24 Ore

La task force è al lavoro. Si è insediato al ministero dell’Ambiente il gruppo di esperti che supporterà il ministro Andrea Orlando nella definizione degli strumenti economici per organizzare, di concerto con l’Economia, la gestione dei rifiuti urbani. Ci si muove su un doppio binario: definire la cornice della nuova tassa sui rifiuti (Tari) prevista all’interno della service tax e consentire l’applicazione di tariffe puntuali che i comuni potranno scegliere, in sostituzione della tassa. Dall’Ambiente ricordano infatti che sono oltre 1.300 i Comuni italiani che applicano la tariffa rifiuti e che, in un’ottica di federalismo fiscale dovrebbero essere messi in condizione di continuare ad applicarla. Non a caso il gruppo di lavoro (sei ricercatori ed esperti in materia ambientale, all’opera a titolo gratuito), in vista della definizione della legge di stabilità che includerà le norme sulla tassazione locale, predisporrà la bozza di un regolamento del ministero dell’Ambiente per definire (entro l’anno) un sistema di tariffe puntuali con l’individuazione di peso o volume dei rifiuti conferiti dagli utenti.

Orlando ha ricordato che la gestione dei rifiuti urbani non è un servizio indivisibile e che deve essere applicato il principio Ue “chi inquina paga”, utilizzando strumenti economici che incentivino riduzione dei rifiuti e raccolta differenziata. Sia la tassa che la tariffa puntuale dovranno quindi essere applicate nel rispetto di questo principio, coprendo integralmente i costi del servizio, anche se dovranno prevedere forme di agevolazione per gli utenti a basso reddito. La tassa sui rifiuti soprattutto dovrà essere nettamente separata dalle altre tasse locali, in modo da garantire, il più possibile direttamente, il pagamento delle prestazioni degli operatori che gestiscono i rifiuti, in una logica di tassa di scopo.

Insomma nella service tax (in vigore dal 2014) dovrebbe essere ben distinta la tassa sui rifiuti (Tari) da quella sui servizi indivisibili (Tasi), con ampi margini di manovra per i Comuni. Intanto ieri, in un’audizione sul Dl Imu davanti alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, Confedilizia ha chiesto che la service tax sia una «tassa collegata ai servizi apprestati dai Comuni, commisurata ai benefici apportati da tali servizi ai singoli immobili».

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