Pnrr, risorse dirette ai comuni

ItaliaOggi
11 Novembre 2021
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di Francesco Cerisano

L’allarme dell’Anci che ha proposto quattro linee di intervento per velocizzare le procedure
Decaro: oggi 12 passaggi burocratici per assegnare i fondi

Finanziamenti diretti e meno vincoli sulle risorse umane per velocizzare la messa a terra dei progetti del Pnrr. I comuni, confermatisi principali investitori pubblici anche al tempo del Covid con un +23% di spese per investimenti nel 2021 rispetto al 2020, si candidano a un ruolo da protagonisti nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, forti del fatto che i settori di riforma individuati dalla Commissione europea riguardano strettamente gli ambiti di azione propri dei comuni e delle città. Le risorse per gli investimenti affidate ai sindaci ammontano a circa 40 miliardi. Risorse destinate a finanziare interventi in molteplici settori. Dalla digitalizzazione, all’innovazione e sicurezza, dal turismo alla cultura, dall’economia circolare all’agricoltura sostenibile, dalle energie rinnovabili alla mobilità sostenibile, dall’efficienza energetica alla riqualificazione degli edifici, dalla tutela del territorio alle risorse idriche, dagli asili nido alle università, dalle infrastrutture al terzo settore, dalla coesione territoriale alle aree interne. Ma per cogliere a pieno le opportunità del Pnrr i comuni chiedono finanziamenti diretti e non intermediati da altri livelli di governo (ministeri, regioni) e la riduzione al minimo dei passaggi formali e burocratici per l’individuazione ed erogazione dei fondi.

L’Anci ha avanzato suggerimenti per una rapida ed efficiente selezione e attuazione dei progetti, sintetizzati in quattro linee di intervento riportate nel dossier Anci che pubblichiamo e che scatta una fotografia sullo stato dell’arte del confronto con il governo e il monitoraggio degli investimenti aggiornato al 28 ottobre. L’obiettivo dei sindaci, rimarcato martedì dal presidente Antonio Decaro in apertura della XXXVIII assemblea Anci di Parma, è di far crescere il volume degli investimenti comunali legati al Pnrr fino ad arrivare ad almeno 15 miliardi annui in termini di cassa per il periodo 2022-2026. Ma il rischio che questo obiettivo ambizioso si incagli nei troppi passaggi burocratici è molto alto. Le premesse infatti non inducono all’ottimismo se è vero, come ha ricordato Decaro, che il bando da circa 2 miliardi per la missione 2 del Pnrr dedicato a «l’efficienza energetica del patrimonio di edilizia residenziale pubblica» prevede circa 12 passaggi prima dell’assegnazione dei fondi. «Come faremo a spendere quei soldi nei termini previsti?», si è chiesto il sindaco di Bari. Di qui la proposta di stilare subito un cronoprogramma molto serrato che preveda che entro il prossimo mese di giugno i ministeri titolari delle misure esauriscano le procedure, siano avvisi o assegnazioni dirette ai comuni. Entro dicembre 2023 i cantieri dovranno essere aperti. «Per rispettare queste scadenze», ha spiegato Decaro, «non è accettabile pensare che, per attuare una misura di finanziamento serva un decreto ministeriale, un riparto alle Regioni, che poi faranno i bandi e poi la programmazione e poi un successivo decreto ministeriale con il riparto definitivo fra le regioni per individuare infine le stazioni appaltanti. Tutto questo significa non aver compreso la dimensione della sfida che abbiamo di fronte. E i sindaci rischiano di restare, come al solito, con il cerino in mano.

Per questo stiamo lavorando con i ministeri per definire le misure, dando il nostro contributo ad una semplificazione, per quanto possibile, delle regole». Il presidente dell’Anci ha riepilogato lo stato dell’arte dei progetti. Ci sono graduatorie già chiuse (2,8 mld del Pinqua, Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare), graduatorie in corso di definizione come quella su rigenerazione urbana per 3,3 mld, avvisi già pubblicati (1,5 mld per impianti rifiuti), riparti già effettuati (si pensi alle piste ciclabili per 150 milioni e al trasporto rapido di massa per 3,6 miliardi). «E stiamo lavorando con il ministero dell’Istruzione», ha concluso il sindaco di Bari, «sul piano asilo nidi che prevede uno stanziamento di più di 3 mld a cui si aggiungono altri 2 mld per palestre, mense e scuole innovative».

In collaborazione con Mimesi s.r.l.

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