Il Garante ha formulato il proprio orientamento con provvedimento n. 398/2023, esprimendosi così in merito ad una segnalazione che era stata notificata da un dipendente comunale contro il proprio datore di lavoro. La contestazione nello specifico riguardava la pubblicazione sul sito istituzionale dell’Ente di alcune determinazioni dirigenziali di liquidazione del fondo incentivante contenti l’elenco dei dipendenti (nome e cognome) con categoria di appartenenza e somma pagata.
Come rilevato dal Sole 24 Ore in un articolo pubblicato ieri, “il Comune, nel fornire le proprie giustificazioni al Garante, ha ritenuto di aver agito in buona fede, in base alla circostanza che dal provvedimento di attribuzione dell’emolumento non fosse possibile evincere alcun dato che riguardasse la situazione specifica del dipendente“.
Tuttavia il Garante ha eccepito che “anche alle pubblicazioni sull’albo pretorio online di atti o deliberazioni si applicano tutti i limiti previsti dai principi della protezione dei dati personali, avendo riguardo anzitutto alla sussistenza di idonei presupposti di liceità della diffusione online dei dati personali contenuti nei predetti atti, prima ancora che all’eventuale minimizzazione degli stessi”.
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