Pubblicate le Linee guida per le Relazioni annuali sui controlli interni

5 Settembre 2019
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di Paola Morigi

Sul S.O. n. 35 alla “Gazzetta Ufficiale” del 22 agosto scorso sono state pubblicate le Linee guida per le relazioni annuali del sindaco dei comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, del sindaco delle città metropolitane e del presidente delle province sul funzionamento del sistema integrato dei controlli interni nell’esercizio 2018, ai sensi dell’articolo 148 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Tuel). Sono consultabili integralmente qui. Tali Relazioni, articolate sotto forma di questionari, sono impostate seguendo il modello contenuto nell’allegato alla deliberazione della Corte dei conti e verranno inviate telematicamente entro il prossimo 30 ottobre.

Le Relazioni, che dovranno essere predisposte da tutti gli Enti locali interessati (anche nelle Regioni a statuto speciale) sono suddivise in una serie di otto sezioni (sette predeterminate e l’ultima contenente le Note che ciascun ente può redigere per fornire ulteriori ragguagli informativi) e raccoglieranno elementi conoscitivi sulle diverse tipologie di controlli interni che gli enti locali hanno attivato..
Se la prima fonte normativa di riferimento è stato il d.lgs. n. 286/1999 sul monitoraggio dei costi, dei rendimenti e dei risultati, poi la metodologia si è arricchita col passare del tempo e oggi parlare di controlli interni significa fare riferimento a: controllo di regolarità amministrativo-contabile, controllo di gestione, controllo strategico, controllo sugli equilibri finanziari, controllo sugli organismi partecipati, controllo sulla qualità dei servizi.
La vera novità del modello che dovrà essere predisposto con riferimento all’esercizio 2018 è rappresentata dal fatto che si tratta di una sorta di analisi integrata: anche se i diversi controlli interni competono a persone e a servizi diversi, dovrà esserci una sorta di “sinergica collaborazione” fra le metodologie di controllo e quindi anche fra i diversi servizi cui competono. Lo si comprende facilmente attraverso la lettura dei quesiti, interessati non solo a conoscere se si sono effettivamente attivati i diversi controlli interni, ma soprattutto a conoscere che cosa gli stessi hanno prodotto, in termini di report e soprattutto di azioni correttive intraprese.
Pare quindi di capire che si voglia uscire dalla logica dei controlli meramente formali. Alla Corte dei conti interessa sapere se, a fronte di possibili criticità che si siano riscontrate, si siano poi poste effettivamente in essere azioni correttive tese al superamento delle stesse e si siano individuate adeguate soluzioni correttive.

L’esperienza condotta negli anni passati attraverso rilevazioni analoghe ha poi condotto anche alla possibile individuazione di una serie di contraddizioni che possono facilmente emergere dalla lettura dei questionari; in altri termini l’Ente locale non può affermare di avere attivato tutte le diverse tipologie di controlli interni se poi non sono stati predisposti i report informativi e non si sono intraprese le azioni correttive quando necessarie.
Le Sezioni regionali delle Corte dei conti, oltre ai dati che devono essere obbligatoriamente raccolti, potrebbe richiederne anche altri di aggiuntivi, nel caso in cui fossero interessate ad ulteriori dettagli.
Nel rimandare gli Enti locali all’esame dei quesiti riportati nelle Linee guida, non possiamo non effettuare alcune considerazioni in ordine al nuovo documento reso noto il 22 agosto 2019.
Innanzitutto osserviamo che oramai le modalità telematiche sono entrate nel modo degli Enti locali e rendono più semplice la compilazione di questionari. Tuttavia il richiedere eventuali ulteriori elementi integrativi da parte delle Sezioni regionali potrebbe appesantire l’attività degli Enti locali, già alle prese con organici decimati dai prolungati blocchi delle assunzioni degli anni passati e con numerosi adempimenti, non ancora del tutto semplificati. È bene pertanto che le Sezioni regionali utilizzino questa possibilità di ulteriori richieste di dati solamente se gli stessi risultano veramente necessari per completare un quadro informativo sulle tipologie di controlli.

L’approccio integrato al sistema dei controlli interni che traspare dal questionario è un aspetto positivo che va segnalato. Può essere assimilabile, se ci è consentito il paragone, con il passaggio dalla performance individuale a quella organizzativa, più articolata e complessa e in grado di spiegare con più elementi informativi quello che l’ente è riuscito realmente a realizzare nel periodo considerato.
Non dimentichiamo poi ancora una volta che sussiste una stretta sinergia fra i controlli interni e quelli esterni. La Corte dei conti, nel momento in cui richiede tutta una serie di elementi informativi, dovrebbe indurre tutti gli Enti locali ad attivarsi e ad attrezzarsi sul versante dei controlli interni, che rappresentano strumenti manageriali per gestire in maniera oculata e corretta le risorse pubbliche. Pertanto i questionari non vanno visti come i soliti adempimenti, ma come occasioni per fare valutazioni interne e per capire dove si rende necessario un intervento per migliorare i processi gestionali e le performance che erano state programmate.
Infine osserviamo anche che, pur essendo l’adempimento necessario e indispensabile per gli Enti che contano più di 15mila abitanti, è bene che anche i Comuni più piccoli prendano visione dei quesiti posti sul funzionamento del sistema dei controlli interni e facciano una loro autovalutazione per capire se, anche nelle loro realtà, si rispettano le logiche del controllo e si possono migliorare alcuni interventi.

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