Rebus bilanci per i comuni

il sole24ore
17 Dicembre 2021
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di Francesco Cerisano

Mentre la Manovra si avvia al rush finale sono ancora molte le incognite per i municipi
Fsc, mancano 30 mln. Rigenerazione, fondi extra a rischio
La Manovra 2022 si avvia verso il rush finale in parlamento ma gli enti locali sono ancora in cerca di certezze per chiudere i bilanci, sempre più destinati a slittare (la proroga dovrebbe spingersi fino al 28 febbraio). Nel maxiemendamento in corso di definizione in queste ore in Senato, i comuni si aspettano di trovare quelle misure in grado di sostenere la spesa corrente che inevitabilmente crescerà con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Perché le opere non bisognerà solo realizzarle ma soprattutto farle funzionare con le risorse umane e finanziarie a disposizione. Tra aumenti contrattuali (che lo stesso ddl Bilancio ribadisce a carico di ciascun comparto) e aumenti dei costi energetici, per i comuni si prospettano maggiori oneri per quasi un miliardo di euro. A cui vanno aggiunti ulteriori interventi connessi alla pandemia (sconti Tari, buoni spesa per le famiglie più disagiate, agevolazioni per i pubblici esercizi) di cui i sindaci chiedono la conferma. Ma anche il Fondo di solidarietà comunale ha bisogno di qualche correttivo per evitare forti di squilibri causati dalla natura «orizzontale» del riparto di risorse.

La natura di «fondo chiuso» del Fsc non consente sempre a tutti i comuni di beneficiare di un saldo positivo o quantomeno in pareggio e la perdita di risorse pari a 25 milioni di euro in scadenza al 2022 ha incrementato le sperequazioni tra enti, motivo per cui l’Anci si è attivata per chiedere un’integrazione di almeno 30 milioni, pari al fabbisogno necessario affinché il Fsc possa dare risposte positive a tutti i municipi. L’intesa è stata definita sul piano tecnico e ora non resta che attendere l’ok politico. Il tema è stato posto con forza nel corso della 10ma conferenza Ifel sulla finanza e l’economia locale dal segretario generale dell’Anci Veronica Nicotra. «Dobbiamo evitare che a causa della percentuale perequativa vi siano comuni che perdono risorse nel riparto orizzontale dei fondi. Abbiamo chiesto un’inserzione di risorse pari a 30 milioni e ci aspettiamo una riposta positiva nelle prossime ore perché altrimenti non si riuscirà a chiudere il dpcm per la distribuzione del Fondo di solidarietà comunale», ha spiegato Nicotra. «Aspettiamo solo una risposta politica, poiché dal punto di vista amministrativo-tecnico il lavoro è concluso». Al segretario generale dell’Anci ha replicato positivamente il direttore centrale finanza locale del ministero dell’interno Antonio Colaianni che ha confermato come ormai manchi solo un nulla osta politico a un accordo già concluso sul piano tecnico.

Un capitolo su cui invece si stanno riscontrando maggiori difficoltà riguarda la graduatoria per accedere ai fondi sulla rigenerazione urbana. A fronte di finanziamenti per 3,4 miliardi sono stati ammessi progetti per più di 4 miliardi. L’Anci sta chiedendo un’integrazione di risorse che permetta di finanziare tutti i progetti ma «dal governo non arrivano risposte positive», ha lamentato Nicotra. «Dobbiamo insistere perché si tratta di una delle poche misure di carattere generalista legate al Pnrr, ossia che non riguarda ambiti tematici specifici ma su cui i comuni hanno proposto progettualità per opere di media grandezza subito cantierabili. E’ un paradosso che su 230 miliardi del Pnrr non ci riescano a trovare 600 milioni per integrare questa misura. Siamo molto preoccupati perché la graduatoria uscirà nei prossimi giorni ma senza l’integrazione che l’Anci sta chiedendo», ha concluso. Sulle richieste dell’Anci Colaianni ha voluto lanciare un segnale di timido ottimismo. «Aspettiamo buone notizie dalla legge di bilancio», ha detto. «Allo stato attuale partiremo con i 3,4 miliardi da assegnare ai comuni beneficiari sperando che possano esservi scorrimenti di graduatoria in grado di accontentare tutti gli enti».

In collaborazione con Mimesi s.r.l.

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