La circolare del Ministero dell’Interno del 5 febbraio 2025, prot. n. 2736, fornisce istruzioni operative agli enti locali per la rendicontazione dei proventi delle sanzioni relative al Codice della Strada dell’anno 2024. L’obbligo, previsto dall’art. 142, comma 12-quater del Codice della Strada, impone la trasmissione telematica della certificazione entro il 31 maggio 2025 attraverso la piattaforma TBEL. La mancata osservanza delle procedure comporta sanzioni. La digitalizzazione dell’iter è in linea con le politiche di dematerializzazione della Pubblica Amministrazione. Ecco le principali novità e i dettagli operativi.
Indice
Un obbligo normativo stringente
L’articolo 142, comma 12-quater, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, impone agli enti locali l’obbligo di rendicontare, entro il 31 maggio di ogni anno, i proventi derivanti dalle sanzioni per violazioni del Codice della Strada dell’anno precedente. La certificazione deve essere trasmessa esclusivamente in modalità telematica tramite la piattaforma TBEL, gestita dal Ministero dell’Interno. La circolare del 6 febbraio 2025 ribadisce le modalità di trasmissione e le procedure per l’invio corretto della rendicontazione, sottolineando la perentorietà della scadenza.
La disposizione, introdotta per garantire la trasparenza nell’utilizzo delle risorse provenienti dalle multe, prevede che ogni ente locale pubblichi la relazione sui proventi sul proprio sito istituzionale entro trenta giorni dalla trasmissione della certificazione.
Successivamente, entro sessanta giorni, anche il Ministero dell’Interno provvederà alla pubblicazione delle informazioni ricevute sul proprio portale ufficiale.
Digitalizzazione e semplificazione della trasmissione
L’invio della certificazione avverrà attraverso l’area riservata del Sistema Certificazioni Enti Locali, accessibile dal sito della Direzione Centrale per la Finanza Locale. La procedura prevede la compilazione di una sezione dedicata all’interno della piattaforma, la generazione di un file riepilogativo e la successiva firma digitale in formato PKCS#7 (P7M) da parte del Responsabile del Servizio Finanziario.
Uno degli aspetti cruciali evidenziati dalla circolare è la necessità di censire correttamente i soggetti autorizzati alla firma digitale. Qualora la figura del responsabile non fosse aggiornata, il sistema genererà un errore che impedirà la trasmissione della certificazione.
Gli enti locali sono quindi invitati a verificare preventivamente la corretta configurazione dei dati anagrafici dei firmatari per evitare problemi nella fase finale di invio.
Dopo la trasmissione, il sistema effettuerà un controllo immediato, notificando l’ente via PEC sull’esito dell’operazione. In caso di errori, sarà possibile correggere e reinviare la certificazione entro la scadenza del 31 maggio 2025.
Sanzioni e obblighi per gli enti locali
Il rispetto dei termini e delle modalità di trasmissione è fondamentale per evitare l’applicazione delle sanzioni previste dal decreto interministeriale del 30 dicembre 2019. La mancata trasmissione della certificazione entro il termine stabilito comporterà l’attivazione delle procedure sanzionatorie.
Gli enti locali devono inoltre adempiere ad altri obblighi correlati. In particolare, anche nel caso in cui i proventi delle sanzioni siano pari a zero, è comunque necessaria la trasmissione di una certificazione semplificata. Inoltre, nel caso di Comuni appartenenti a Unioni di Comuni, l’onere della rendicontazione ricade sull’Unione, che dovrà indicare esplicitamente i Comuni rappresentati nella certificazione.
La circolare sottolinea infine l’importanza della digitalizzazione come strumento per migliorare l’efficienza amministrativa e ridurre la burocrazia. La trasmissione telematica dei dati, infatti, si inserisce nel più ampio processo di dematerializzazione della Pubblica Amministrazione, che punta a rendere più snello e trasparente l’intero sistema di gestione delle risorse finanziarie locali.
In caso di dubbi sulle modalità di trasmissione o su specifici aspetti tecnici, gli enti locali possono richiedere chiarimenti scrivendo all’indirizzo mail fornito dal Ministero dell’Interno. L’invito è quello di procedere con la massima attenzione per evitare disguidi che potrebbero compromettere il rispetto delle tempistiche previste dalla normativa vigente.
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