di MARGHERITA CECI (Il Sole 24 Ore – Margherita Ceci – 12/09/2022) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.
Amministrazioni locali. I rialzi di luce e gas spingono in alto anche la spesa pubblica. In attesa del Governo, i sindaci rispondono con aiuti e ordinanze
A Castelmassa, paesino di 4mila abitanti del basso Veneto, chiude la piscina comunale. Almeno fino a quando le condizioni non lo permetteranno. Troppo alti i rincari dell’energia, che tra costi di gestione, personale, chimica, acqua e manutenzioni hanno messo in ginocchio l’amministrazione comunale. Lo stesso succede a Pontassieve, Firenze: anche lì, garantire il funzionamento dell’impianto non è più possibile.
Intanto nel Bellunese, un’ordinanza lascia due gallerie al buio e spegne i lampioni dalle 2.30 all’alba per risparmiare. Notti al chiaro di luna anche a Torrebelvicino (Vi), dove l’illuminazione pubblica “chiude gli occhi” a mezzanotte per riaprirli al mattino, e ad Ancona, che opta per una chiusura cronometrica: un’ora e venti minuti prima dell’alba.
L’aumento dei costi energetici grava sulle spalle dei cittadini quanto su quelle dei Comuni, e sono tante le amministrazioni che denunciano la mancanza di risorse e rivedono i bilanci (Merano, ad esempio, è arrivata alla sesta variazione).
Anci e Upi mettono in guardia: «È indispensabile […] una misura di sostegno per i Comuni e le Province, in assenza della quale i bilanci degli enti locali sono destinati a saltare. È necessario uno stanziamento straordinario di almeno ulteriori 350 milioni di euro per compensare l’impennata delle nostre spese energetiche, altrimenti i sindaci saranno costretti a tagli dolorosi dei servizi pubblici», fanno sapere in un comunicato congiunto. C’è però chi riesce a trovare le risorse per aiutare i cittadini: è il caso di Comuni come Brescia e Reggio Emilia, e i più piccoli Seregno, Albignasego, Osimo, Sant’Agata de’ Goti, che hanno messo in campo un bonus energia da distribuire una tantum alle famiglie che ne faranno richiesta. Questi aiuti, rispetto a quello nazionale – il Bonus sociale energia elettrica – in vigore dal 2021, alzano la soglia Isee richiesta per poter presentare la domanda (si veda la tabella a fianco), allargando il bacino dei potenziali richiedenti. Ma attenzione: molti bonus sono in scadenza quindi bisogna farne richieste in tempi brevissimi.
L’efficientamento energetico e il rinnovamento dei vecchi impianti sembra comunque la prima strada da percorrere per scongiurare futuri rincari. Ad Abano Terme, per esempio, la sostituzione a led dei lampioni cittadini in tempi non sospetti, ha permesso oggi un risparmio di circa due milioni di euro. E allora i Comuni non perdono tempo e si attivano per il futuro. Come a Merano, dove si prevedono, negli edifici pubblici più energivori, interventi di bilanciamento e ottimizzazione degli impianti termici, con impostazione a medie temperature, un test di distribuzione termica e la regolazione della pompa. Interventi che, secondo le stime, potrebbero portare a una riduzione dei costi in bolletta fino al 30 per cento.
Spiccano infine le Comunità energetiche rinnovabili (Cer), dove cittadini, attività commerciali, Pa e imprese hanno deciso di dotarsi di impianti comuni per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, con benefici ambientali, economici e sociali. Oggi in Italia continuano a crescere, sostenute dalle risorse del Pnrr e dei Fondi Strutturali. Ultima arrivata, Alghero, dove la scorsa settimana la Giunta comunale ha approvato la costituzione di Cer sul territorio comunale.
* Articolo integrale pubblicato su Ilsole24ore del 12 settembre 2022.
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