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Competenza giurisdizionale per il rimborso delle spese legali: è del giudice ordinario
A fronte della determina dirigenziale, emessa in autotutela, di restituzione delle somme corrisposte ad un dipendente di un ente locale successivamente giudicate non dovute, il ricorrente adisce il giudice amministrativo al fine dell’annullamento della citata determina.

A fronte della determina dirigenziale, emessa in autotutela, di restituzione delle somme corrisposte ad un dipendente di un ente locale successivamente giudicate non dovute, il ricorrente adisce il giudice amministrativo al fine dell’annullamento della citata determina. Secondo il TAR adito, tuttavia, la citata determina dirigenziale, pur emessa in autotutela, non incide sulla qualificazione della situazione soggettiva fatta valere e sulla spettanza della giurisdizione, atteso che questa risulta oggettivamente correlata alla gestione del rapporto di lavoro, non costituendo tale atto di autotutela un esercizio di potere autoritativo della PA, ma rappresentando l’espressione di una attività svolta dall’Amministrazione nell’ambito e con i poteri del privato datore di lavoro.  Tali sono le conclusioni a cui è pervenuto il TAR del Lazio, con la sentenza 10/05/2017 n. 5660, qui di seguito commentata.

Il fatto

Il dirigente del Settore gestione risorse umane di un Comune procedeva alla richiesta del rimborso delle somme per spese legali liquidate ad un dipendente a seguito della sua assoluzione avvenuta in un procedimento penale. Tuttavia, il citato responsabile delle risorse umane, anche a fronte di altra giurisprudenza amministrativa, si rendeva conto che l’importo rimborsato per spese legali non era dovuto al dipendente, in quanto le attività di cui è causa non erano riconducibili all’espletamento di un servizio o ad un adempimento di un compito di ufficio, essendo solo questi ultimi indicati dall’art.28 CCNL enti locali 14/09/2000 come suscettibili di rimborso da parte dell’ente. In altri termini, il rimborso delle spese legali ai dipendenti degli enti locali trova giustificazione nel fatto che il dipendente pubblico, che viene convenuto in giudizio in tale sua veste, è portatore di un interesse non soltanto suo proprio, ma in quanto vi è un coesistente interesse della pubblica amministrazione per la quale egli abbia agito.

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