Tempi di pagamento e debiti commerciali delle amministrazioni locali

Esaminando i numeri della scorsa annualità: le 22.000 amministrazioni italiane hanno registrato, e non respinto, 30,5 milioni di fatture, per un importo totale (al netto della quota IVA) pari a 192,9 miliardi di euro

4 Ottobre 2024
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Introduzione


Tutte le pubbliche amministrazioni sono tenute a pagare le proprie fatture entro 30 giornidalla data del loro ricevimento, ad eccezione degli enti del servizio sanitario nazionale, o quando ciò sia oggettivamente giustificato dalla natura particolare del contratto o da talune sue caratteristiche, per i quali il termine massimo di pagamento è fissato in 60 giorni. Il rispetto di queste scadenze è un fattore di cruciale importanza per il buon funzionamento dell’economia nazionale e rientra nel rispetto delle direttive europee in materia di pagamenti dei debiti commerciali, su cui la Commissione Europea effettua un puntuale e rigoroso controllo.1
Queste poche righe, tratte direttamente dal sito della Ragioneria Generale dello Stato, sono sufficienti ad introdurre un argomento che nuovamente, con l’approvazione del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13 “Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), nonché per l’attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune. (23G00022)”, ha acceso i riflettori sui tempi e le modalità di pagamento della PA.

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Il regolamento di contabilità degli enti locali

La riforma contabile di cui al D.Lgs. n.118/2011 introdotta dal 1° gennaio 2015 ha comportato una modifica degli articoli del Tuel al fine di adeguarli al principio della competenza finanziaria potenziata, al principio della programmazione, al principio della contabilità economico-patrimoniale e, da ultimo, al principio del bilancio consolidato.Gli enti locali, conseguentemente, si sono trovati ad approvare un nuovo regolamento di contabilità che recepisse e consentisse di gestire le nuove regole contabili e gestionali.A distanza di quasi dieci anni dall’introduzione dell’armonizzazione, il D.Lgs. n. 118/2011 ha subito diversi interventi correttivi, tra cui il D.M. 25 luglio 2023 che ha innovato, in modo puntuale, l’iter di approvazione del bilancio di previsione nonché l’aggiornamento del DUP per adeguarlo alle novità del PIAO.Ne consegue che il regolamento di contabilità deve essere rivisto sia per tenere conto delle novità normative nel frattempo intervenute, sia alla luce:• degli orientamenti giurisprudenziali intercorsi negli ultimi anni (si pensi alle sentenze del TAR che hanno annullato le delibere di approvazione del bilancio per mancato rispetto dell’iter di approvazione del DUP);• della necessità di introdurre ulteriori clausole o limitarne alcune, per allineare il regolamento alla prassi quotidiana o eliminare alcune norme superate.Il volume, attraverso l’analisi degli articoli del Tuel e dei principi contabili di cui al D.Lgs. n. 118/2011, propone agli operatori uno schema tipo di regolamento di contabilità quale punto di partenza per gli enti che dovranno adattarlo alle varie realtà comunali.Va considerato infine che l’armonizzazione ha introdotto regole che hanno modificato anche la gestione amministrativa degli atti. A tal proposito lo schema di regolamento proposto offre anche un mini vademecum delle regole contabili (che vanno dall’accertamento delle entrate alle variazioni di bilancio) corredato da schemi tipo di atti utili per le attività di gestione di competenza dei vari settori comunali diversi dal servizio finanziario.Elisabetta CivettaFunzionario area finanziaria di ente comunale, dottore commercialista e revisore dei conti. Consulente in materia di contabilità, gestioni associate di servizi, controllo di gestione e nucleo di valutazione. Autrice di numerose pubblicazioni.

Elisabetta Civetta | Maggioli Editore 2024

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